I colossi di Memnone, due imponenti statue di pietra che si ergono nella piana di Tebe, sono tra le attrazioni più affascinanti dell'antico Egitto.
Questi giganteschi guardiani, alti circa 18 metri, hanno sorvegliato per millenni le rive del Nilo, catturando l'immaginazione di visitatori e studiosi.
La loro presenza maestosa ha un impatto profondo su chi fa una crociera sul Nilo o esplora le meraviglie di Luxor, offrendo uno sguardo unico sulla grandezza della civiltà egizia.
Le statue, che rappresentano il faraone Amenhotep III, sono avvolte da misteri e leggende che hanno resistito alla prova del tempo.
Questo articolo si propone di esplorare la storia dei colossi di Memnone, descriverne le caratteristiche e svelare il fenomeno del loro "canto".
Esamineremo anche i danneggiamenti e i restauri che hanno subito nel corso dei secoli, i miti che li circondano e la loro importanza per l'archeologia.
Infine, cercheremo di far luce sul mistero dei suoni che un tempo emettevano, un enigma che continua ad affascinare gli appassionati di storia e turismo in Egitto.
Amenhotep III, conosciuto anche come Amenofi III nella forma ellenizzata del nome, fu un faraone illuminato della XVIII dinastia egizia. Egli governò l'Egitto dal 1388 al 1349 a.C., succedendo al padre Thutmose IV.
Il suo regno fu caratterizzato da un periodo di straordinaria prosperità e magnificenza artistica, durante il quale l'Egitto raggiunse l'apice del suo potere, ricchezza e prestigio internazionale.
Questo faraone, soprannominato "il Magnifico", si distinse per la sua politica estera basata sulla diplomazia e su rapporti pacifici.
Egli contrasse matrimoni con principesse di vari regni, tra cui Mitanni, Arzawa e Babilonia, al fine di consolidare le alleanze internazionali.
Amenhotep III si fece identificare come il Dio Sole in alcuni testi, anticipando il culto del disco solare Aton che sarebbe stato alla base della riforma religiosa di suo figlio, Akhenaton.
I Colossi di Memnone facevano originariamente parte di un imponente complesso funerario eretto da Amenhotep III.
La loro funzione primaria era quella di proteggere l'ingresso del Tempio di Milioni di Anni, un gigantesco centro di culto costruito quando il faraone era ancora in vita.
Questo tempio aveva lo scopo di venerare il sovrano come reincarnazione in terra del dio, sia prima che dopo la sua dipartita da questo mondo.
Sulla parte anteriore del trono delle statue sono scolpite figure importanti: la regina Tiy e la madre del faraone, Mutemuia.
Lateralmente, invece, è raffigurato Hapy, antica divinità egizia che rappresentava l'incarnazione della fecondità dell'inondazione del Nilo, simbolo della fertilità della terra e dell'abbondanza dei raccolti.
I Colossi di Memnone furono eretti circa 3400 anni fa, intorno al 1350 a.C., durante il regno di Amenhotep III.
Queste statue gemelle sono considerate una delle opere più imponenti di tutta la statuaria egizia, costruite per impressionare il viandante e ricordare all'uomo la grandezza dei suoi dei.
Sfortunatamente, il complesso funerario di cui facevano parte i Colossi fu edificato in una zona prossima a una golena del Nilo.
Questa scelta si rivelò fatale per la conservazione del tempio.
Circa due secoli dopo la sua costruzione, del vasto complesso non restavano che rovine, principalmente a causa delle ripetute esondazioni annuali del fiume che ne danneggiarono le fondamenta.
Ad oggi, con l'eccezione dei Colossi, pochissimo di questo tempio è rimasto visibile.
Nonostante la distruzione del tempio, i Colossi di Memnone hanno resistito alla prova del tempo, diventando testimoni di una leggenda antichissima.
Nel corso dei secoli, queste statue hanno acquisito una fama particolare, legata a un curioso fenomeno acustico.
Secondo molti storici greci, ogni giorno all'alba, una delle due statue "cantava" quando veniva colpita dal primo sole, emettendo una sorta di ronzio.
Questo evento, dovuto probabilmente a un fenomeno di espansione della roccia, divenne talmente famoso nell'antichità che anche alcuni imperatori romani si recarono sul posto per udirlo.
I Colossi di Memnone sono due imponenti statue monumentali che rappresentano il faraone Amenhotep III, nono sovrano della XVIII dinastia dell'antico Egitto.
Queste maestose sculture, erette intorno al 1350 a.C., si ergono sulla sponda occidentale del Nilo, di fronte all'antica città di Tebe, l'odierna Luxor.
Le statue dei Colossi di Memnone hanno dimensioni davvero impressionanti.
Ciascuna di esse raggiunge un'altezza di circa 18 metri, comprese le piattaforme di pietra su cui sono costruite.
Il peso di ogni colosso è stimato intorno alle 720 tonnellate, un dato che testimonia la straordinaria abilità ingegneristica degli antichi egizi.
I Colossi sono stati scolpiti da singoli blocchi di quarzite rosa, un materiale scelto per la sua durezza e durabilità.
Questa pietra pregiata fu estratta dalle cave di Gebel el-Silsila, situate a circa 100 chilometri a sud di Luxor.
Il trasporto di questi enormi blocchi di pietra lungo il Nilo fino a Luxor ha rappresentato un'impresa logistica notevole, richiedendo l'impiego di imbarcazioni speciali e numerosi uomini.
La maestria artistica degli scultori egizi si manifesta in ogni dettaglio dei Colossi di Memnone.
Le statue raffigurano Amenhotep III seduto su un trono, con le mani appoggiate sulle ginocchia e lo sguardo rivolto verso est.
Il faraone indossa il copricapo reale nemes, protetto dal cobra divino, simbolo del potere regale.
I dettagli delle vesti reali, delle caratteristiche del viso e dei simboli regali sono resi con una precisione eccezionale, testimoniando l'alto livello di abilità raggiunto dagli artigiani dell'antico Egitto.
Sulla parte anteriore del trono sono scolpite due figure più piccole: la moglie di Amenhotep III, la regina Tiy, e sua madre, Mutemuia.
Questi elementi aggiungono un tocco personale e dinastico alle imponenti statue.
I pannelli laterali del trono sono decorati con rappresentazioni di Hapy, il dio del Nilo, simbolo della fertilità e dell'abbondanza portate dal fiume.
Queste decorazioni sottolineano l'importanza del Nilo nella vita e nella religione dell'antico Egitto.
I Colossi di Memnone si trovano nella necropoli tebana, sulla riva occidentale del Nilo, e sono visibili anche dalla riva orientale.
La loro posizione strategica ha un significato profondo: le statue guardano verso est, in direzione del fiume Nilo e del sole nascente, simboleggiando il rinnovamento e la rinascita.
Originariamente, i Colossi presiedevano l'entrata di un vasto complesso templare noto come il Tempio di Milioni di Anni di Amenhotep III.
Questo tempio, che si credeva potesse rivaleggiare con Karnak per dimensioni, era un gigantesco centro di culto costruito durante la vita del faraone.
La sua funzione era quella di venerare Amenhotep III come reincarnazione terrena del dio, sia prima che dopo la sua dipartita.
Purtroppo, del maestoso tempio oggi rimangono solo poche rovine. La sua ubicazione in una piana alluvionale del Nilo ha causato danni significativi nel corso dei secoli.
Le periodiche inondazioni del fiume hanno eroso la pietra calcarea utilizzata per la costruzione, portando alla graduale distruzione del complesso.
Nonostante ciò, i Colossi di Memnone hanno resistito alla prova del tempo, rimanendo testimoni silenziosi della grandezza dell'antico Egitto e continuando ad affascinare visitatori e studiosi da tutto il mondo.
I Colossi di Memnone, eretti oltre 3400 anni fa nella necropoli di Tebe, sono testimoni di una leggenda antichissima che ha affascinato visitatori per secoli.
Queste imponenti statue, oltre alla loro maestosità, sono diventate famose per un fenomeno acustico unico che ha dato origine a miti e speculazioni.
Il fenomeno del "canto" dei colossi ha avuto un impatto profondo sulla cultura antica.
Già in epoca tolemaica, o forse anche prima, le statue divennero note per uno strano suono che emettevano all'alba.
Questo fenomeno ha attirato l'attenzione di numerosi visitatori illustri, tra cui imperatori romani e scrittori dell'antichità.
Strabone fu il primo a documentare questo fenomeno nel 20 a.C., descrivendo un crepitio udibile all'alba, senza riuscire a determinare se provenisse dalla statua stessa o dal piedistallo.
Lucio Flavio Filostrato, scrittore ateniese vissuto tra il 172 e il 247 d.C., ha offerto una descrizione poetica del fenomeno nella sua opera "Vita di Apollonio di Tiana".
Egli narra che al sorgere del sole, quando il primo raggio toccava la bocca di una delle statue, si poteva udire una voce potente levarsi verso il cielo.
Questo suono venne interpretato come il saluto dell'eroe Memnone alla madre Eos, dea dell'aurora.
La leggenda narra che Memnone, figlio semidivino dell'Aurora e di Titone, re d'Etiopia e di Persia, morì durante la guerra di Troia per mano di Achille.
Si credeva che il suo spirito fosse stato intrappolato nella statua e che ogni mattina salutasse sua madre al sorgere del sole.
Nonostante il fascino della leggenda, esistono spiegazioni scientifiche per questo fenomeno acustico.
Si ritiene che il suono fosse causato da cambiamenti di temperatura e umidità all'alba.
La pietra, riscaldandosi rapidamente con i primi raggi del sole, si espandeva, causando microfratture che producevano il caratteristico suono.
Un'altra teoria suggerisce che il fenomeno abbia avuto inizio in seguito a una scossa sismica che provocò una grande frattura all'altezza del ventre della statua.
La natura della pietra, formata da materiali eterogenei con una forte componente silicea, potrebbe aver contribuito al fenomeno.
Sotto le repentine variazioni di temperatura, la pietra crepitava, producendo il suono misterioso.
I Colossi di Memnone, situati nella Valle dei Re in Egitto, sono due enormi statue di Amenhotep III, risalenti al XIV secolo a.C.
Queste statue sono alte circa 18 metri (circa 60 piedi) e rappresentano il faraone seduto su un trono, con le mani sulle ginocchia.
Originariamente, i colossi erano parte di un complesso funerario che includeva un grande tempio, ma oggi rimangono solo queste due statue, che sono tra le più iconiche dell'antico Egitto.
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